giovedì 26 novembre 2009

L'Onesta' (prima che cambi idea)

Episodio numero 1:
biciclettaro
Dopo due grandi viaggi (Stati Uniti e Filippine, stupendi entrambi, vi racconterò)
ho deciso di sfidare il freddo mancese e ho ripreso ad andare in giro in bicicletta.
Il bolide aveva decisamente bisogno di un po’ di manutenzione, quindi prima del giro passo dal mio biciclettaro di fiducia che mi accoglie sorpreso, non mi vedeva da un po’.
Mentre chiacchieriamo mi gonfia le ruote, aggiusta il sellino, olia la catena, riavvita per bene un pedale.
Io:“Bene, grazie, quanto le devo?”
Lui:“ ??? Mei shi!” (letteralmente “non esiste faccenda”, non fa niente)
Io:“Come mei shi? Ci ha lavorato un buon quarto d’ora, adesso mi dice quanto le devo”
Lui:“Mei shi, mei shi!!”
Tiro fuori 10 yuan, 1 euro, lui mi guarda sorridente e con la solita grazia che caratterizza questo popolo mi spinge via.
“Alla prossima”, mi dice.

Episodio numero 2:
cibo per strada
L’azienda per cui lavoro è un enorme fabbrica sita nella zona industriale di questa città (…lo dico come se qualche zona non fosse industriale…mumble mumble)
Ha 10,000 dipendenti e nei momenti di cambio turno si forma un via vai impressionante : alle uscite ci attendono bus,volantinaggi, taxisti e i carretti col cibo.
I carretti del cibo sono biciclette modificate in cucine e sono la mia fonte di salvezza. In cinque secondi ordini, paghi e mangi.
Sono ovunque in tutta la città, ma fuori la fabbrica vendono i più buoni ?”bing” che abbia mai mangiato.
Sono delle specie di piadine, ovviamente fritte, ripiene di:
un uovo fritto, un po’ di carne bollita e fredda , una foglia di insalata, una mangiata di cipollotti crudi e prezzemolo e due belle spennellate di differenti salse di cui non voglio sapere la composizione. Il tutto per 3 yuan, circa 30 centesimi.
Una sera uscendo da lavoro decido di rimanere “leggera”, quindi chiedo gentilmente di non aggiungere l’uovo al gia ricco ripieno. E’ una modifica decisamente non comune, visto i cinesi aggiungono le uova ovunque nella loro cucina.
“2 yuan” mi dice lo chef
“ma no, 3 yuan”
“senza uovo, 2 yuan” mi dice la moglie, sous chef.
“ma la modifica l’ho voluta io! Non siete voi a non poter fornire l’uovo, sono io che non lo voglio e un bing costa 3, quindi tenetevi sti 3 yuan e non rompete”
gli lancio le monetine nel cassetto.
Lui si toglie i guanti di plastica, si pulisce le mani dall’olio nel lurido grembiule, prende una moneta e me la porge, quasi offeso.
“Fa 2. La volta che lo vuoi intero lo pagherai 3.”

Episodio numero 3:

Fa freddo. Ho una decina di strati di vestiti addosso. Vado al mercato in bicicletta e l’idea di dovermi togliere i guanti e tirare fuori il portafoglio ogni volta mi fa rabbrividire. Quindi metto una banconota da 100 yuan nella tasca della giacca che sbadatamente non chiudo.
Al semaforo, con un altro centinaio di persone mi fermo, mentre un altro centinaio proseguono nell’altra direzione passandomi a fianco.
Una signora scende dalla bicicletta, si ferma, mi tocca la spalla, e dopo avermi fatto notare la banconota a terra, la raccoglie e me la porge. Noto le mani rovinate dal lavoro, le unghie nere e la giacca lisa sui polsini. Quella banconota probabilmente vale un decimo del suo stipendio mensile. Avrebbe potuto prenderla e metterla nella sua di tasca, non me ne sarei accorta.